La ‘Poco di Buono’ ci spiega come salvare dal macero quintali di frutta e verdura

Da cosa nasce cosa. E se i progetti intrapresi sono basati su buoni propositi non possono che nascere cose di valore. Ne è un esempio la società ‘Poco di buono’ di Rimini: dal GAS è nata una bottega e dalla bottega un progetto ‘anti-spreco’. Prima cooperativa e poi società a responsabilità limitata, i soci hanno creduto fino in fondo in questo progetto e ci hanno investito tempo e denaro. La ‘Poco di buono’ era nata inizialmente per gestire al meglio il lavoro del Gruppo di Acquisto Solidale Rigas, il cui successo era diventato tale da richiedere sforzi e impegno supplementari. Da lì l’esigenza di affiancare al GAS una bottega dove reperire in ogni momento i prodotti già distribuiti due volte alla settimana ai soci, con la stessa qualità e allo stesso prezzo. “Ci piace chiamarci bottega, perché quello siamo - spiega Alessandra Carlini, membro del Consiglio di Amministrazione della società - In definitiva abbiamo creato un supporto logistico al GAS e facciamo del semplice commercio al dettaglio di prodotti biologici provenienti da aziende di piccole e medie dimensioni che conosciamo, di cui valutiamo le merci ma anche il processo produttivo, che rispetti la salute dell’uomo, dell’ambiente e che abbia una visione globalmente sostenibile”. Ma non è finita qui: “Il nostro fiore all’occhiello è l’iniziativa ‘Spreco Zero’ - racconta ancora Alessandra - con cui abbiamo voluto evitare lo spreco di frutta e verdura destinata altrimenti al macero. Intercettiamo gli scarti della Grande Distribuzione Organizzata, ovvero le merci ritenute troppo brutte e non idonee alla vendita nei supermercati, sempre di provenienza biologica; operiamo una seconda scelta e una volta alla settimana prepariamo delle cassettine da 5 kg ciascuna che vendiamo a 3 euro e mezzo. Una buona parte viene poi donata ad associazioni di beneficienza e a case famiglia”. ‘Spreco Zero’ è un progetto di valore sociale che pone attenzione allo sperpero che ogni giorno avviene sotto i nostri occhi e mostra di come può essere recuperato e dirottato. Per la ‘Poco di buono’, considerato l’impegno richiesto e i ricavi ottenuti, questo progetto non è un grande ‘affare’, ma è un modo per sensibilizzare gli animi e mettersi in gioco in prima persona. “Con ‘Spreco Zero’ fatichiamo ad andare in pari ed è possibile solo grazie all’aiuto di volontari - conferma Carlini - pensionati o persone che hanno del tempo libero da destinare a questa iniziativa. Sono gli stessi trasportatori che ogni mercoledì scaricano qui le merci scartate e i volontari ci aiutano nell’organizzare il lavoro di recupero. Ma il profitto non è mai stato il nostro primo obiettivo e ci dà molta soddisfazione sapere che soltanto nello scorso anno siamo riusciti a salvare dal macero 28 tonnellate di frutta e verdura”. ‘Spreco Zero’ si sta sviluppando ulteriormente attraverso la trasformazione della frutta e verdura ‘salvata’ in marmellate, sott’olio e succhi di frutta che i clienti della bottega sembrano gradire moltissimo! Non fidiamoci dell’apparenze: talvolta ciò che viene definito un ‘poco di buono’ può nascondere sorprese inaspettate!

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