L'avanzo della pizza di Pummà viaggia in una doggy bag su misura

L’impiego della doggy bag si sta diffondendo in Italia, complice la legge 166/16 sulla limitazione degli sprechi alimentari. Tra le tante iniziative mirate a promuoverne l’utilizzo, è recente quella voluta da Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi) e Comieco (Consorzio per il recupero e il riciclo degli imballaggi a base cellulosica) e che ha portato alla distribuzione di contenitori “anti spreco”, appositamente disegnati e realizzati, in circa mille ristoranti del nostro paese. L'obiettivo di "Doggy bag, se avanzo mangiatemi", questo il nome della campagna che ha avuto una portata nazionale, era proprio "sdoganare" il gesto di portare a casa ciò che non si è consumato al tavolo del ristorante, trasformandolo in un'abitudine. Ma ci sono anche singoli esercizi che hanno abbracciato la causa contro lo spreco alimentare dotandosi di proprie doggy bag, spesso progettate ad hoc, sia nella forma sia nell’immagine. E’ il caso, tra gli altri, di Pummà, pizzeria che si definisce gourmet in virtù delle creazioni e degli ingredienti utilizzati. Nel suo menu si trovano ricette dedicate al territorio - come la pizza con ossobuco alla milanese e crema di riso allo zafferano -, mentre gli ingredienti di cui si avvale per le preparazioni arrivano tutti da produttori artigiani selezionati, in alcuni casi presidi slow food. [btx_image image_id="1147" link="/" position="right" size="medium"][/btx_image] Chi, trovandosi a pranzo o a cena in uno dei ristoranti di Pummà (che sono a Bologna, Milano Marittima, Ibiza e Milano), dovesse avanzare parte della pizza servita può portarla a casa e consumarla nei giorni successivi (anche due o tre) senza rimanere deluso. Per valorizzare il suo “avanzo di qualità” e far sì che sia trasportato in un contenitore adeguato, Pummà dispone di un box coibentato e di dimensioni più contenute del cartone nel quale ripone la pizza intera destinata all’asporto, cartone che oltretutto è reso particolare dai disegni dell’illustratrice Agnese Baruzzi. La doggy bag si ricava staccando dalla scatola intera il coperchio e ripiegandolo secondo linee già predisposte. [btx_image image_id="1143" link="/" position="left" size="medium"]La doddy bag progettata da Pummà[/btx_image] “Abbiamo impiegato un paio di anni per arrivare a questa formula – spiega Fabrizio Bagnara, uno dei soci di Pummà –. In passato abbiamo sperimentato altre versioni di doggy bag. Questa è quella riuscita meglio”. Bagnara spiega che l’iniziativa rientra in una filosofia più generale: “Per le nostre preparazioni ci avvaliamo di prodotti di qualità come la mortadella di Silvio Scapin, una bottega artigiana, un po’ macelleria un po’ norcineria aperta dagli anni settanta all’ombra dei portici bolognesi, la burrata pugliese del Caseificio Palazzo di Putignano, i capperi di Salina, le olive di Gaeta… e anche per questo vogliamo che non vadano sprecati. Noi stessi – conclude - riutilizziamo come ingrediente delle nostre pizze ciò che è possibile. Mi vengono in mente le foglie e i gambi dei carciofi. Li cuciniamo e frulliamo per ottenere la crema con la quale condiamo una delle pizze del menu invernale”.

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