Tessuti ecologici e innovativi grazie a scarti ed eccedenze alimentari 

Tessuti ecologici grazie a scarti ed eccedenze alimentari - RiciblogLa linea sportiva a marchio Crivit (il private lable di Lidl dedicato all’abbigliamento sportivo) realizzata con i fondi del caffè è solo il caso più recente. Sono sempre più numerose le esperienze di tessuti creati a partire da materie inedite, proprio come in questo caso. Si parla di materiali planted-based, a base vegetale, ambito sul quale anche l'Unione Europea sta puntando con ingenti investimenti due miliardi di euro con il programma Horizon). Va ricordato , infatti, che anche gli scarti di lavorazione agro-industriale hanno un forte impatto ambientale. Non solo: l'utilizzo di materiali derivati dagli scarti alimentari o agricoli rappresenta una grande opportunità per ridurre l’utilizzo di tessuti sintetici, la cui lavorazione prevede l’impiego di sostanze chimiche fortemente dannose per l’ambiente e le persone. Ce n'è abbastanza perché da qualche anno, molte tra le aziende più responsabili stanno cercando soluzioni alternative per riciclare i “sottoprodotti” dati dalla lavorazione di materie prime: da rifiuti o scarti possono trasformarsi in vere e proprie risorse.

Orange Fiber, azienda catanese che realizza una fibra simile alla seta a partire dagli scarti degli agrumi, è stata una delle prime esperienze riuscite (nella foto un modello realizzato con Orange Fiber ed esposto a Grow, museo che Amsterdam ha dedicato alla  the Fashion For Good Museum). Altre hanno fatto seguito portando a veri e propri brevetti. Qualche esempio? Oltre alle fibre create con i fondi del caffé, quelle per le quali si utilizzano le proteine del latte. E poi la similpelle creata dagli scarti delle mele o con i funghi o, ancora, con le foglie di ananas. E, ancora, nuove fibre tessili composte da cellulosa da legno e da arancia (ottenuta dagli scarti della lavorazione di questo frutto).

In ogni caso, la visione condivisa è contribuire con il proprio operato all’adozione di pratiche di sostenibilità nella filiera tessile e nell'industria della moda.

 

Abbigliamento sportivo fatto con i fondi del caffè

Tessuti ecologici grazie a scarti ed eccedenze alimentari - RiciblogUna nuova linea di abbigliamento che evita l’accumulo di rifiuti alimentari, come i fondi del caffè, dando loro nuova vita e un nuovo obiettivo. La ha realizzata Lidl per il suo marchio private lable Crivit: è in vendita in 700 punti vendita in tutto il paese. Trasformare fondi di caffè scartati in grandi quantità da bar e ristoranti in una fibra è stato possibile grazie alla tecnologia S.Café®, nata nel 2009 da un'idea di Jason Chen, imprenditore taiwanese. Un processo a bassa temperatura, alta pressione e risparmio energetico, che riesce a trasformare i resti dei chicchi di caffè in filati e a ottenere un tessuto nuovo ed eco-friendly. Un tessuto che, grazie alle particolari caratteristiche, offre anche il vantaggio di assorbire gli odori e proteggere la pelle dai raggi UV.

La fibra prodotta con la teconologia S.Café® è certificata Recycled Claim Standard o Global Recycled Standard, sigle che testimoniano l’importanza del riciclo e hanno come obiettivo la riduzione del consumo di risorse (materie prime vergini, acqua ed energia). 

 

Vestiamoci di mela

Tessuti ecologici grazie a scarti ed eccedenze alimentari - RiciblogAnche gli scarti delle mele possono produrre fibre adatte ad essere utilizzate nell’ambito tessile. Ed è stata un’azienda di Bolzano, la Frumat, a brevettare un procedimento che li utilizza. Con la fibra prodotta si realizzano accessori, vestiti, calzature e anche arredi. Da un lato c’è Cartamela utilizzata per fazzoletti, carta da cucina o igienica. Dall’altro c’è AppleSkin, Pellemela, prodotta a partire dalle bucce, una ecopelle che si presta a molte declinazioni, inclusa la produzione di calzature e quella di abbigliamento sportivo.

Tra i marchi che hanno scelto questa innovativa fibra ci sono Womsh che per alcuni modelli di sneakers e l'altoatesina OneMore per la sua linea di abbigliamento da sci (nella foto un modello della collezione). AppleSkin è sul mercato dal 2015 inizialmente utilizzata dal settore della legatoria. Con il tempo, questa innovativa fibra, è stata protagonista di una importante evoluzione. Oggi per soddisfare la domanda di PelleMela, Frumat utilizza 30 tonnellate di scarti di mele al mese.

 

La pelle ecologica oggi si fa con la fibra di ananas 

Tessuti ecologici grazie a scarti ed eccedenze alimentari - RicibolgUtilizza materiale di scarto anche Ananas Anam. Partendo dalle foglie di scarto da smaltire durante la raccolta, la start up Uk - fondata da un’imprenditrice di origini spagnole Carmen Hijosa - è riuscita a produrre un materiale del tutto simile alla pelle: Piñatex. Un materiale adatto a realizzare abiti, borse e calzature. Ma non solo, perché Piñatex non è utilizzato solo nell’ambito della moda. E’ approdato, ad esempio, anche al settore automobilistico, utilizzato per foderare interni delle vetture.

Ed è un tessuto ecologico e biodegradabile, che al momento dello smaltimento può essere utilizzato come concime. Le aziende, di moda e non, hanno apprezzato anche questo aspetto. Dal suo lancio, avvenuto nel 2005, questo particolare tessuto è stato apprezzato da molti marchi in 80 Paesi di tutto il mondo. 

 

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