L'industria del food contro lo spreco alimentare. Dall'ambito trasformazione, nel 2022 139mila tonnellate

Come contribuisce l'industria alimentare al contrasto allo spreco alimentare - RiciblogQuale il contributo che il mondo dell’industria alimentare, con tutte le sue filiere, fornisce all’importante e finalmente diffuso fenomeno del contrasto allo spreco alimentare e alla povertà alimentare? In che modo questa parte dell'industria assolve a un ruolo che è economico ma anche etico?

La risposta è per ora parziale e riguarda l’industria della trasformazione, grandi e medie imprese - che nel 2022 ha donato 139mila tonnellate di eccedenze per utilizzo a scopo sociale. A fornirla, appunto, l’indagine promossa da Fondazione Banco Alimentare e realizzata dal Food Sustainability Lab della School of Management del Politecnico di Milano, con un’integrazione a cura di Fondazione per la Sussidiarietà, che ha usato i dati raccolti per un’indagine statistica su alcuni aspetti legati al tema della donazione. Dall’indagine è emerso un aspetto importante: la donazione di eccedenze alimentari per fini sociali è molto diffusa nell’industria italiana della trasformazione.

 

Banco Alimentare ha avviato un progetto pluriennale di ricerca. L’obiettivo è raccogliere informazioni e dati utili sul tema delle eccedenze, del recupero e della donazione e attuare azioni di sistema sempre più efficaci nella lotta allo spreco alimentare. Dopo l’industria della trasformazione alimentare, sarà la volta della produzione agricola e dell’allevamento, a cui seguirà la distribuzione alimentare.

 

I dati sono stati presentati in occasione del convegno The Reunion che ogni anno Fondazione Banco Alimentare organizza e al quale hanno partecipato esperti, docenti, uomini e donne d'azienda. Come Paola Garrone, professoressa di Business and Industrial Economics e Responsabile Scientifico del Food Sustainability Lab della School of Management del Politecnico di Milano, Alessandro Perego, vicerettore allo Sviluppo Sostenibile e Impatto del Politecnico di Milano, Giorgio Vittadini, presidente Fondazione per la Sussidiarietà, Pietro D’Angeli, presidente Assica, Mario Piccialuti, direttore generale Union Food, Gianluca Amadori, responsabile Logistica Orogel, Myriam Finocchiaro, Communication and Sustainability Manager Granarolo, Manuela Kron, direttore Corporate Affairs & Marketing Consumer Communication Gruppo Nestlé Italia. 

 

I risultati della ricerca

Come contribuisce l'industria alimentare al contrasto allo spreco alimentare - RiciblogLe aziende che operano nell’ambito della trasformazione alimentare, dicevamo, nel 2022 hanno donato 139mila tonnellate di cibo sottratto alla discarica. Sopratutto:

  • pasta
  • prodotti da forno
  • frutta e verdura
  • carne
  • latte e prodotti caseari 

La donazione di eccedenze alimentari per fini sociali - è emerso dalla ricerca - è molto diffusa nell’industria italiana della trasformazione. Per molte imprese le quantità donate sono importanti e regolari, grazie a una gestione strutturata delle eccedenze. Per altre meno.  

Ecco qualche dato a cominciare dal numero di imprese coinvolte - 1.812, pari a poco più del 22% delle 8.197 imprese dell’industria con più di 9 addetti - e dalla loro suddivisione in tre classi di grandezza: 72,6% piccole (da 10 a 49 dipendenti), 19,8% medie (da 50 a 249 dipendenti) e 4% grandi (da 250 dipendenti). 

Diverse le strategie, più o meno avanzate per quanto riguarda l’organizzazione dei processi di gestione delle eccedenze alimentari: 

  • Il 64% delle grandi imprese, ad esempio, misura regolarmente le eccedenze contro il 39% delle medie e il 26% di quelle piccole. 
  • Tra le big, il 49% ha dichiarato di fare donazioni frequenti, con una rete di donazione strutturata e formalizzata. 
  • Mentre le medie fanno donazioni frequenti nel 24% dei casi e le piccole nel 15%.

Le medie imprese della trasformazione, in particolare, sono emerse nell’importante potenziale che le contraddistingue e che tuttavia necessita di rafforzare al proprio interno le competenze di gestione delle eccedenze.

“Per la prima volta abbiamo a disposizione una ricerca che spacchetta i settori produttivi e possiamo porre le premesse per un lavoro concreto e diversificato per comparto, poiché offre informazioni e dati utili sul tema delle eccedenze, del recupero e della donazione – ha detto Giovanni Bruno, presidente di Fondazione Banco Alimentare – e con queste evidenze abbiamo l’opportunità unica di valutare come aumentare i volumi di raccolta e allo stesso tempo valorizzare lo sforzo delle aziende nel dare consistenza e valore ai processi di controllo, misurazione e donazione delle eccedenze in termini di efficienze aziendale, di CSR e di lotta allo spreco. Dalla ricerca, infatti, emerge chiaramente come la donazione a scopo sociale sia il volano di strategie di prevenzione dello spreco e le due attività risultano essere complementari nel raggiungimento dello stesso obiettivo, a vantaggio dell’ambiente e delle persone in difficoltà”.

 

Fondazione Banco Alimentare e il contrasto allo spreco alimentare

Come contribuisce l'industria alimentare al contrasto allo spreco alimentare - RiciblogL’impegno di Fondazione Banco Alimentare nel contrasto allo spreco alimentare e nella redistribuzione del cibo è costante. Ogni giorno, dal 1989 recupera cibo e lo dona alle Organizzazioni Partner Territoriali che aiutano persone e famiglie in difficoltà.

In tutto il paese, la fondazione collabora con circa 7.600 organizzazioni - mense, centri di accoglienza, case-famiglia - per far arrivare un aiuto alimentare a 1.750.000 persone in difficoltà. Nel 2022 questi enti hanno ricevuto oltre 110.000 tonnellate di alimenti, parte salvate dallo spreco, parte derivate da programmi nazionale ed Europeo di aiuto alimentare per la distribuzione gratuita agli indigenti. 

Diversi i programmi attraverso i quali Fondazione Banco Alimentare persegue la propria mission.

Siticibo, il recupero dai punti vendita della Gdo

In particolare, nel 2003, Fondazione Banco Alimentare Onlus ha lanciato il programma Siticibo, la prima applicazione italiana della Legge 155/2003, cosiddetta legge del Buon Samaritano, con lo scopo di recuperare il cibo cotto e fresco in eccedenza nella Ristorazione Organizzata (hotel, mense aziendali e ospedaliere, refettori scolastici, esercizi al dettaglio, etc.). Dal 2009 il programma Siticibo è anche recupero di eccedenze alimentari dai punti vendita della Grande Distribuzione Organizzata (GDO).

Il programma, ha inserito la onlus nella lotta allo spreco alimentare riutilizzando alimenti freschi e cotti, ricchi di nutrienti, che andrebbero inutilmente distrutti e sprecati favorendo una varietà alimentare che diversamente il Banco non potrebbe avere. Ciò risponde all’esigenza della corretta nutrizione, con diete variegate comprendenti alimenti freschi e non solamente prodotti secchi e a lunga conservazione.

Proprio lo scorso maggio Siticibo ha festeggiato vent’anni di attività. Come ha spiegato Salvatore Maggiori, Direttore Generale di Banco Alimentare, dal 2003 al 2023 Siticibo ha permesso di recuperare oltre 13 milioni di cibo dal settore della Ristorazione Collettiva, cui si aggiungono i 190 milioni di pasti equivalenti recuperati dal canale della Grande Distribuzione Organizzata, a partire dal 2005.

#NonCiFermaNessuno

Come contribuisce l'industria alimentare al contrasto allo spreco alimentare - RiciblogLanciata nel 2016 da Luca Abete, uno dei principali inviati di Striscia la Notizia, #NonCiFermaNessuno è un'iniziativa dedicata agli studenti italiani. Studenti che è in grado di coinvolgere in iniziative e campagne solidali o di sensibilizzazione su diverse tematiche tra le quali quella dello spreco alimentare.

#NonCiFermaNessuno è gemellato con il Banco Alimentare.

L'ultimo tour motivazionale si è concluso recentemente e ha permesso di raccogliere 40.000 pasti completi donati a Banco Alimentare da Lidl Italia, che era food donor del tour.

 

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