Cosa c’è da sapere sul contrasto allo spreco alimentare. Protagonisti e riferimenti

Contrastare lo speco alimentare - RiciblogL’estate è il tempo, per molti, per prendere qualche giorno di relax e dedicarsi, tra le tante cose, a letture piacevoli, interessanti, ad approfondimenti. Romanzi, giornali, fumetti, saggi, dipende dai gusti e dagli interessi. A chi volesse approfittare di questo periodo per approfondire un tema diventato importante e urgente come il contrasto allo spreco di cibo e - di conseguenza - la redistribuzione che si può operare con quanto salvato dalla spazzatura è dedicato questa sorta di vademecum di accompagnamento al tema. L'argomento è universalmente considerato urgente anche per le importati ricadute riscontrate sul piano ambientale.

Nell'Unione Europea, lo spreco di cibo è responsabile dell’8-10% delle emissioni globali di gas serra (UNEP Food Waste Index 2021) e del 5% circa delle emissioni europee di gas di gas serra associate all’impronta ecologica complessiva data dalla produzione e consumo di cibo.

Un percorso proposto attraverso elementi essenziali - come la Legge Gadda importante per il nostro paese, la direttiva europea “From farm to fork” che incentiva e promuove programmi ad hoc in tutta l’Unione, e altri ancora, o gli obiettivi delle Nazioni Unite o quelli della Fao - insieme alle letture di testi firmati da addetti al lavori. Letture utili per ottenere nuove conoscenze o per acquisire nuove consapevolezze. 

 

La Legge 166/16 o “Legge Gadda” del 19 agosto 2016

La Legge 166/16 o Legge Gadda - RiciblogNel nostro Paese, il contrasto allo spreco alimentare assume concretezza grazie a una legge che, come ha detto Marco Lucchini, Segretario Generale della Fondazione Banco Alimentare Onlus, “rende l’Italia un Paese all’avanguardia in Europa e nel mondo”. La legge Gadda è infatti un provvedimento che, per tornare alle parole di Lucchini, “riorganizza il quadro normativo di riferimento che regola le donazioni degli alimenti invenduti con misure di semplificazione, armonizzazione e incentivazione; ma soprattutto, stabilisce la priorità del recupero di cibo da donare alle persone più povere del nostro Paese”.

Questa legge prevede le disposizioni concernenti la donazione e la distribuzione di prodotti alimentari e farmaceutici; inoltre, ha come fine la solidarietà sociale e la limitazione degli sprechi. La sua peculiarità consiste nel promuovere invece di sanzionare. Cosa prevede la legge Gadda? Comportamenti virtuosi e modelli positivi in materia di sprechi alimentari al fine di sensibilizzare opinione pubblica, imprese, ristoranti e scuole in merito all'adozione di pratiche anti-spreco per tutelare persone, cibo e ambiente. La Legge Gadda ha reso possibile i tantissimi progetti oggi attivi in Italia per il recupero delle eccedenze alimentari e la conseguente redistribuzione a enti caritatevoli. Come fanno, ad esempio, Costa Crociere con le eccedenze delle crociere attraverso il progetto 4GoodFood avviato nel 2018 e ripartito recentemente dopo un lungo stop causa Covid, Last Minute Market, dedicata tra l'altro al recupero di eccedenze, Banco Alimentare con il programma Siticibo che ha lo scopo di recuperare il cibo cotto e fresco in eccedenza nella ristorazione organizzata e nella grande distribuzione.  

La direttiva Farm to Fork - dal produttore al consumatore - dell’Unione Europea

La direttiva Farm to Fork dell'Unione Europea - RiciblogSi tratta di una direttiva mirata ad ottenere un sistema alimentare più sano e sostenibile in tutta Europa, premia gli agricoltori e gli allevatori che lavorano in maniera sostenibile per rendere il cibo accessibile a tutti.

L’Unione Europea produce ogni anno circa 57 milioni di tonnellate di scarti alimentari (circa 127 kg procapite) corrispondenti secondo Eurostat (2022) a una perdita di valore di circa 130 miliardi di euro. Nello stesso tempo, circa 36.2 milioni di persone non riescono a garantirsi un’alimentazione di qualità (Eurostat, 2020). Lo spreco di cibo ha poi un impatto ambientale importante che è responsabile dell’8-10% delle emissioni globali di gas serra (UNEP Food Waste Index 2021) e il 5% circa delle emissioni europee di gas di gas serra associate all’impronta ecologica complessiva data dalla produzione e consumo di cibo.

Presentata nel maggio 2020 come una delle azioni chiave del Green Deal europeo, la strategia dell'Ue gioca un ruolo nel raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050 e vuole far sì che il suo attuale sistema alimentare diventi un modello sostenibile, dimezzando gli sprechi alimentari entro il 2030.

Tra i suoi obiettivi principali  - garantire alimenti nutrienti, in quantità sufficiente e a prezzi accessibili entro i limiti del pianeta; dimezzare l'uso di pesticidi e fertilizzanti e le vendite di antimicrobici; aumentare la superficie di terreni destinati all'agricoltura biologica; il contrasto alle frodi alimentari nella catena di approvvigionamento migliorare il benessere degli animali - ci sono anche la promozione di un consumo alimentare e regimi alimentari sani più sostenibili e la riduzione delle perdite e degli sprechi alimentari. Sul tema sono previste iniziative e proposte legislative.

 

L’Agenda 2030 dell’Organizzazione delle Nazioni Unite e la Fao

L’Agenda 2030 dell'Onu - RiciblogLa lotta allo spreco alimentare e alla fame è uno degli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (Onu). Per realizzarli, vista la difficoltà nel contrastare il fenomeno, l’Organizzazione delle nazioni unite per l’alimentazione e l’agricoltura - la Fao - ha creato due indici di misurazione che considerano lo spreco alimentare da diversi punti di vista. L’indice di perdita di cibo (food loss index) riguarda i prodotti agricoli o di allevamento scartati per ragioni legate per esempio alle dimensioni o all’aspetto, o, ancora, per inconvenienti lungo la catena di approvvigionamento, come, ad esempio, pratiche di raccolta o di stoccaggio inadeguati.

L’indice di spreco alimentare (food waste index) misura invece gli alimenti (soprattutto freschi) che vengono sprecati quando raggiungono le fasi finali della catena dell’approvvigionamento. Un tipo di spreco che si verifica nei punti di vendita, nei ristoranti o anche nelle case per cause che dipendono dalla tipologia di consumo. Avanzi che restano nei piatti o sui buffet quando si tratta di ristoranti, cibo non consumato dalle famiglie a causa di cattiva pianificazione dei pasti, errata conservazione, confusione tra le diverse espressioni delle etichette:  “Da consumarsi entro” o “Da consumarsi preferibilmente entro”.

 

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