Il riconoscimento verrà consegnato il prossimo novembre insieme ai premi per le migliori Buone pratiche di Enti Pubblici, scuole, aziende e cittadini. Questo il pensiero espresso dall’attore riguardo alla necessità di non sprecare: «Dobbiamo ribadire il rispetto per il nostro pianeta: non ci rendiamo conto del baratro in cui rischiamo di sprofondare se continueremo a sfruttare le risorse della Terra una volta e mezzo rispetto a quanto è in grado di darci. L’ecologia non passa solo dalle decisioni dei governi internazionali: è legata anche ai nostri comportamenti quotidiani. Non sprecare l’acqua e il cibo, cercando di redistribuirli in modo più equo sul pianeta, è senz’altro un comportamento etico verso cui tendere».
Last Minute Market è lo spin off dell'Università di Bologna trasformatasi proprio quest’anno in impresa sociale. Grazie al networking, che conta 350 punti vendita e oltre 400 enti del terzo settore, Last Minute Market recupera annualmente 55mila pasti cotti, prodotti alimentari per un valore di 5,5 milioni euro, farmaci per 1.000.000 euro e più di 1000 tonnellate di prodotti non alimentari.
Last Minute Market è attiva da 20 anni, ma è solo dal 2010 che ha avviato, in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente, la campagna di sensibilizzazione contro lo spreco alimentare ‘Spreco Zero’, di cui il Premio è ogni anno un evento centrale. La campagna è con il tempo diventata un vero movimento di pensiero, ma anche strumento di lavoro concreto attraverso la Dichiarazione Congiunta firmata da uomini di scienza e di cultura, insieme a centinaia di cittadini, per individuare obiettivi e contenuti della Risoluzione del Parlamento Europeo del 19 gennaio 2012, unico atto istituzionale europeo sul tema spreco.
Da 7 anni, per iniziativa del fondatore Andrea Segrè, professore ordinario di Politica agraria internazionale e comparata all’Università di Bologna, Last Minute Market ha creato Waste Watcher, il primo Osservatorio nazionale sugli sprechi, che misura e monitora i comportamenti, gli sprechi e le abitudini alimentari degli italiani.
Proprio grazie al rapporto 2019 di Waste Watcher scopriamo che la maggioranza del cibo viene sprecata all’interno delle mura domestiche (circa 12 miliardi di euro), mentre solo 1/5 avviene da parte di chi produce e distribuisce. Ma gli italiani pensano l’esatto contrario e attribuiscono la responsabilità del grande spreco alimentare al commercio e alle istituzioni pubbliche, quali scuole, ospedali, uffici e caserme.Cosa si spreca nelle case? Bevande analcoliche, legumi, frutta fresca, pasta fresca e non, spesso gettata senza neppure essere utilizzata. Pane e verdure fresche sono tra gli alimenti più buttati. Insomma c’è ancora tanto da fare e da imparare. Tuttavia sembra che la tendenza sia positiva e due italiani su tre dichiarano di gettare il cibo solo una volta al mese o ancora più raramente. Fatto sta che proprio lo spreco alimentare è cresciuto negli anni del 14%, superando di gran lunga, lo spreco energetico e monetario. Sempre secondo Waste Watcher in ogni case gettiamo 2,4 kg di cibo al mese per un totale di 28 euro! Ecco perché il cambiamento comincia da noi.