Crescono piante dalle stoviglie realizzate con gli scarti dell'ananas

Usa, pianta, annaffia, fai crescere. Non è la riedizione di un famoso film con Julia Roberts. Queste parole indicano le fasi attraverso le quali un piatto usa e getta, di quelli che si usano nelle feste casalinghe o nei pique-nique, si trasforma in una pianta vera e propria. Parliamo di LifePack, nato dall’incontro tra due aziende colombiane decisamente green e innovative. La prima è Papelyco, che ha studiato come realizzare fibre naturali utilizzando gli scarti della lavorazione dell’ananas e delle fattorie colombiane e semi di mais. La seconda è di Provokame che, sempre dalla Colombia, si è avvalsa di questo materiale per realizzare stoviglie usa e getta addizionandoli con i semi. “Con Papelyco – spiega sul suo blog la fondatrice di Provokame, Claudia Isabel Barona - abbiamo lavorato sodo e vinto, nel 2009, un Premio Open Future dalla Bavaria Foundation che supporta gli imprenditori colombiani. Questo ci ha permesso di lanciare le nostre stoviglie biodegradabili”. [btx_image image_id="3838" link="/" position="center"][/btx_image]LifePack, che oggi è esportato negli Stati Uniti, in Canada, Messico e in Europa, funziona così: dopo essere utilizzato, il piatto viene privato di una pellicola che sulla superficie superiore lo rende impermeabile, e quindi messo a riposo in un vaso o in un orto, ricoperto con un sottile strato di terra. Va innaffiato con poca acqua e seguito come si fa con tutte le piante di appartamento. Nell’arco di qualche settimana, due o tre, dalla terra spunteranno le gemme e poi si avrà una pianta, un cespuglio o anche delle verdure. “Niente del genere si può realizzare con la plastica o il polistirolo - nota la fondatrice di LifePack -. Questi prodotti, inoltre, hanno un impatto positivo sull’ambiente: una volta che la pianta è cresciuta è in grado di convertire l’ossido di carbonio in ossigeno”. Claudia Isabel Barona è una ingegnere industriale colombiana. Quindici anni fa, dopo l’ultima ristrutturazione dell’azienda per cui lavorava e il conseguente licenziamento, ha dato vita alla propria attività decidendo di lavorare nel campo dell’innovazione . “Ho voluto di lavorare con donne – spiega anche - perché noi donne sappiamo essere imprenditrici, manager, lavoratrici, combattenti e non ci fermiamo sino a che non abbiamo raggiunto l’obiettivo”. Provokame ha vinto il Seed Award Gender Equality nel 2013. La società impiega prevalentemente donne, appunto, offre orari flessibili e formazione manageriale alle dipendenti che sono capofamiglia, sensibilizza le comunità locali sui temi della gestione sostenibile dei rifiuti.

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