IA, gare sportive e reti solidali contro lo spreco alimentare

Nel 2024 lo spreco alimentare è aumentato di ben il 46% rispetto all’anno precedente. E questa è una cattiva notizia. Ma nonostante ciò, e questa è la buona notizia, le iniziative di contrasto al fenomeno continuano a moltiplicarsi. Allianz Direct, ad esempio, ha promosso per tutto il mese di maggio il progetto ‘Iniziamo dalla frutta’. L’iniziativa, realizzata in collaborazione con l’associazione Recup, ha coinvolto per sette giornate i dipendenti dellaAllianz Direct promuove il progetto Iniziamo dalla frutta - Riciblog compagnia assicurativa. L’attività si è concretizzata nel recupero della frutta e della verdura al Mercato Ortofrutticolo di Milano. Le eccedenze raccolte sono state quindi selezionate e ridistribuite. I risultati dell’iniziativa, elaborati tramite un algoritmo messo a punto dall'Università Statale di Milano, hanno permesso di misurare la quantità dei prodotti invenduti e destinati ogni giorno a essere buttati via. E di conseguenza, di scoprire quanto l’attività possa servire per aiutare le persone. Ma, se il progetto di Allianz, si è concluso a maggio, altre iniziative di contrasto allo spreco alimentare proseguono, mentre per altre si tirano le somme e i risultati sono più che interessanti. Ecco qualche esempio.

L’Intelligenza Artificiale per combattere lo spreco nelle mense

E’ tra le mura domestiche che il cibo si spreca di più. Ma altrettanto importante in termini di dimensioni è lo spreco di cibo nelle mense aziendali, ospedaliere, scolastiche e nelle Rsa. Sono diverse le sperimentazioni attive che puntano ad arginare il problema. Ne è un esempio MenSana, app sviluppata da PlanEat Scuola, che ha proprio l’obiettivo di monitorare e misurare lo spreco alimentare nelle mense scolastiche. In tal senso, un altro interessante progetto, che riguarda le mense a tutto tondo, è quello sviluppato da Behavix, start up con sede presso il Polo tecnologico di Trento.

I risultati della fase pilota

Beahvix utilizza l'Intelligenza Artificiale per ridurre gli sprechi nelle mense - RiciblogLa start up, fondata da Massimiliano Carraro, ingegnere ambientale, e Stefania Malfatti, economista comportamentale, utilizza l’Intelligenza Artificiale, non solo per misurare la quantità di cibo che resta nei piatti, ma anche per capire come mai il cibo viene lasciato, grazie all’analisi comportamentale. Per questo, sui tavoli, è disponibile un QR Code che dialoga con la app del telefonino e che pone domande dirette come: “hai mangiato tutto?”, “come hai mangiato?”, “cosa hai lasciato e perché?”. La fase pilota ha coinvolto le mense universitarie di Padova. Dall’analisi dei dati raccolti, è emerso che su 3.600 pasti serviti ogni giorno lo spreco medio era di 50 grammi di cibo non consumato a persona, equivalente a 27mila euro di cibo buttato via in quattro mesi. Altrettanto importanti sono le motivazioni:
  • la forte riduzione del consumo di patate, ad esempio, era dovuto al cambio del fornitore,
  • si è scoperto poi che nel 45% dei casi il cibo restava nel piatto per fretta o stress, nonostante il cibo fosse gradito.
La app ha anche utilizzato un sistema di premi per incentivare la partecipazione al progetto tanto che, da una partecipazione iniziale del 4%, si è registrato un aumento sino al 20%.

Gli obiettivi vanno oltre la riduzione dello spreco alimentare

L’iniziativa va anche oltre l’obiettivo di ridurre lo spreco alimentare e ottimizzare le risorse economiche di chi le mense le gestisce. Perché il sistema serve anche a monitorare il benessere dell’utenza in base a come e a cosa mangia. Un altro impostante obiettivo è estendere l’esperienza alle grandi catene che somministrano cibo, come ad esempio Autogrill.

Nel Brenta nemmeno una briciola va sprecata

Si chiama ‘Fino all’ultima briciola’ il progetto promosso dalla multiutility ETRA – Società Benefit con il Consiglio di Bacino Brenta Rifiuti. Destinatari dell’iniziativa: gli esercenti di ristoranti, bar, pizzerie, panifici e altre attività preposte alla somministrazione di cibo; la Grande Distribuzione Organizzata; le organizzazioni del Terzo settore e le associazioni di volontariato; enti religiosi; cooperative e tutti i soggetti che vogliono attivarsi per contrastare lo spreco alimentare nel territorio e ridistribuire le eccedenze ai più bisognosi. L’obiettivo del progetto è creare reti virtuose tra imprese e consumatori per ridurre lo spreco alimentare e, al tempo stesso, valorizzare le eccedenze invendute ma ancora perfettamente commestibili. Fino all ultima briciola è il progetto promosso da ETRA con il Consiglio di Bacino Brenta Rifiuti - Riciblog ‘Fino all’ultima briciola’ utilizza due piattaforme digitali. La prima è Regusto, dedicata alle imprese che producono e distribuiscono, la seconda è Too Good To Go che si rivolge agli esercenti locali che intendono offrire a prezzi scontati le eccedenze alimentari. Il progetto si sviluppa attraverso tre direttrici:
  • la prima vuole creare un ponte tra Grande distribuzione, produttori ed enti benefici al fine di incentivare la solidarietà nel territorio e il consumo di alimenti in scadenza,
  • la seconda punta su pratiche virtuose capaci di minimizzare gli sprechi di cibo attraverso scelte più consapevoli da parte dei consumatori, mentre agli operatori del settore vengono proposte soluzioni di facile attuazione volte alla riduzione degli sprechi,
  • la terza prevede invece programmi di sensibilizzazione e di informazione per cittadini, scuole e imprese.
L’adesione al progetto è gratuita e volontaria e, chi partecipa, può beneficiare di altre opportunità come, ad esempio, la riduzione dei costi di smaltimento. Ma è anche l’impatto sociale a fare la differenza. Perché, se da una parte, l’iniziativa incoraggia la solidarietà, dall’altra permette agli enti benefici di poter contare con più facilità su prodotti alimentari da distribuire alle persone più svantaggiate.

A Imola lo spreco alimentare scende in pista con 'Un s’bóta veja gnét'

Sono state più di 2,2 le tonnellate di cibo recuperato grazie al progetto ‘Un s’bóta veja gnét’ (cioè ‘Non si butta via niente’).Il progetto del Comune di Imola per la raccolta delle eccedenze durante le gare sportive - Riciblog L’iniziativa è promossa dal Comune di Imola in partnership con il Gruppo Hera e Last Minute Market, ed è stata realizzata per il secondo anno in occasione del WEC (World Endurance Championship) e delle gare di Formula 1 all’Autodromo Internazionale Enzo e Dino Ferrari di Imola. A dimostrazione che anche durante i grandi eventi sportivi è possibile combattere lo spreco alimentare. Oltre a recuperare le eccedenze di cibo, ‘Un s’bóta veja gnét’ ha permesso di ridurre l’impatto ambientale con un risparmio di 7.730 chili di CO2, equivalenti a 11.750 giri del circuito. Più in particolare:
  • durante la gara del WEC (18-20 aprile) sono stati raccolti circa 280 kg di cibo tra frutta e verdura (150 kg), surgelati (50 kg) e latticini (60 kg),
  • il Gran Premio di Formula 1 (16-18 maggio) ha permesso  di recuperare quasi 2mila kg di cibo, di cui 940 di frutta e verdura, 250 di surgelati, 270 kg tra pasta e cibo in scatola, 140 kg di latticini, 120 di acqua e bevande.
Gli alimenti recuperati sono stati destinati all’Associazione No Sprechi ODV di Imola. L'associazione opera grazie a  circa 40 volontari che gestiscono un emporio solidale che distribuisce alimenti e prodotti no food alle persone fragili. Le attività si svolgono in coordinamento con l’Azienda Servizi alla Persona (ASP) del Nuovo Circondario Imolese. I donatori sono invece gli operatori della filiera alimentare del territorio come esercenti, produttori e mense aziendali.

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