Esistono prodotti che si possano considerare alleati nella lotta agli sprechi? Ce ne sono alcuni e tra questi, con solo 14,9 gr gettati sul totale pro capite settimanale, ci sono gli alimenti surgelati. Costituiscono il 2,23% rispetto allo spreco individuale complessivo. Non solo. I surgelati rientrano nella top 10 dei cibi che finiscono nella spazzatura in misura minore rispetto ad altri: il loro spreco è - tanto per fare un esempio - inferiore del 37,6% rispetto a quello delle verdure fresche e del 17,4% rispetto alla verdura e frutta non fresche (in vasetto o in barattolo).
Il quadro emerge da uno studio inedito dell'Osservatorio internazionale Waste Watcher-Campagna Spreco Zero per IIAS - Istituto Italiano Alimenti Surgelati, presentata a Milano. Uno studio che ha quantificato l'incidenza del comparto frozen sullo spreco alimentare complessivo.
Frutto di una indagine condotta su 1000 intervistati dai 18 anni in su, i dati hanno ribadito il ruolo dei surgelati nella gestione sostenibile delle risorse alimentari domestiche, grazie alle loro caratteristiche intrinseche: dalla lunga durata di conservazione all'efficiente porzionatura, fino ai minori consumi di acqua ed energia elettrica necessari per la preparazione dei piatti, che ne garantiscono anche una elevata sostenibilità economica.
Andrea Segré, direttore Waste Watcher: " Lo spreco indicatore di fragilità socio-culturale e di marginalità educativa"
In Italia, nonostante la crescente sensibilizzazione dei consumatori in termini di sostenibilità, lo spreco alimentare domestico resta un fenomeno diffuso. Ogni settimana gettiamo, in media, 667,4 grammi di cibo pro capite, con una crescita del +17,9% rispetto allo scorso anno (a gennaio 2024, erano 566,3 gr). Dati che evidenziano le dimensioni sempre più allarmanti del problema, che in soli 5 anni ha visto crescere di quasi 140 gr settimanali il quantitativo di prodotti alimentari gettati via, posizionando l'Italia al pari della maggior parte dei paesi europei, che mostrano una certa omogeneità in termini di spreco domestico, attestandosi su percentuali poco lusinghiere.
In termini economici, il valore del fenomeno calcolato a febbraio 2025 era di 8,2 miliardi di euro. "Tuttavia, lo spreco alimentare - ha spiegato Andrea Segrè, Direttore scientifico dell'Osservatorio internazionale Waste Watcher, presentando i dati della ricerca - non deve essere letto esclusivamente come un indicatore economico o come fenomeno di comportamenti individuali scorretti. Lo definirei piuttosto un indicatore di fragilità socio-culturale e di marginalità educativa. Un fenomeno per il quale si può fare ancora molto ma che deve essere contrastato in modo sistemico”.
Giorgio Donegani, Presidente IIAS: "La soluzione salva-spreco per eccellenza"
Secondo lo studio realizzato dall'Osservatorio Waste Watcher per IIAS, dei 667,4 gr di cibo che ogni italiano getta via ogni settimana, solo 14,9 sono prodotti surgelati: appena il 2,23%.
Negli ultimi 5 anni, nel nostro Paese, i consumi di frozen food sono aumentati, ma a questa crescita non è corrisposto un analogo aumento del loro spreco, che dal 2021 al 2025, è rimasto stabile (di poco superiore al 2%), a conferma delle preziose virtù intrinseche salva-spreco di questi alimenti. "In un Paese come l'Italia - ha poi detto Giorgio Donegani, Presidente IIAS – in cui il problema del food waste ha assunto dimensioni preoccupanti, con una crescita a doppia cifra nel 2025, il consumo di prodotti surgelati può diventare un importante tassello nella lotta agli sprechi. Non solo perché di questi prodotti ne gettiamo via una percentuale davvero irrisoria, ma perché i surgelati costituiscono, per loro natura, una soluzione salva-spreco per eccellenza. I prodotti surgelati aiutano nella lotta al food waste perché permettono un utilizzo ottimale delle materie prime che arrivano pronte per l'uso in cucina, consentono di massimizzare la resa produttiva, di contenere gli sprechi che avvengono durante tutta la filiera e di ridurre le emissioni di inquinanti nell’atmosfera".
I vantaggi green offerti dalle nuove tecnologie all'industria del freddo
Non è tutto. 'Sprecare’ significa non poter garantire cibo sufficiente per tutti, ma anche perdere risorse preziose usate nella produzione, come terreno fertile, acqua, energia, fertilizzanti. Significa perdere - senza rendersene conto - nutrienti nella fase di trasformazione casalinga, non sempre eseguita nel modo corretto. “I surgelati sono una scelta intelligente, moderna e sostenibile - ha continuato Donegani -. Dal punto di vista ambientale il loro vantaggio è doppio: meno sprechi alimentari, ma anche minore impatto energetico. I prodotti sono infatti già lavati e questo riduce il consumo domestico di acqua, e i tempi di cottura più brevi consentono un minore dispendio energetico. Importanti progressi a livello tecnico nell’ambito del congelamento del cibo ci hanno dato tecnologie che facilitano notevolmente l’utilizzo del surgelati da parte dei consumatori. Dove un tempo si aveva un blocco unico di spinaci, oggi si hanno parti distinte utilizzabili nella misura desiderata. Allo stesso modo una paella può essere scongelata in una sola porzione lasciando il resto nel freezer per un successivo pasto".
La loro lunga conservabilità fa inoltre sì che il prodotto non deperisca prima del consumo - ha poi aggiunto il presidente di IIAS: “Grazie alla loro forte valenza antispreco, i surgelati rappresentano una risorsa importante per ridurre e contrastare gli sprechi alimentari non solo a livello domestico, ma anche di ristorazione. Parlando di ristorazione pubblica, questi dati dovrebbero far riflettere anche sull'opportunità di rivedere i limiti attualmente imposti alle forniture di prodotti surgelati nei contratti di appalto per la ristorazione collettiva (Decreto 10 marzo 2020 sui Criteri Ambientali Minimi). Ma non solo. Sarebbe anche sensato ridiscutere dell'opportunità di continuare a richiedere la presenza dell'asterisco all'interno dei menù della ristorazione per indicare l'uso di ingredienti surgelati: un obbligo anacronistico, su cui sarebbe auspicabile che il legislatore italiano facesse chiarezza, al fine di superare questa datata prassi che origina dalla giurisprudenza”.
I surgelati nella classifica dei cibi che finiscono in minor misura nella spazzatura
L'indagine WWI ha anche stilato una classifica ad hoc. Classifica nella quale frutta e verdura fresche, insalate, pane, cipolla, aglio e tuberi, latte e yogurt occupano i primi posti, con picchi di 26,82 gr e 23,89 gr settimanali rispettivamente per frutta e verdure fresche. All’opposto, nella top 10 dei meno sprecati, invece, trovano posto i surgelati, che con soli 14,9 gr gettati via a settimana, registrano uno spreco inferiore del -37,6% rispetto a quello delle verdure fresche e del -17,4% rispetto a verdura e frutta non fresche (in vasetto o in barattolo).
Dallo studio sono anche emerse differenze significative su base geografica e sociale. ”I risultati dell'indagine - ha infatti commentato Andrea Segrè – suggeriscono che l'effettiva capacità di ridurre gli sprechi è influenzata da diverse variabili: il capitale culturale (titolo di studio, conoscenze pratiche), l'organizzazione familiare, l'accesso a strumenti tecnologici e infrastrutturali (elettrodomestici efficienti), la disponibilità di tempo per la pianificazione alimentare”.
Come combattere il fenomeno dello spreco? Rafforzare le politiche di educazione alimentare, prestare maggiore attenzione alle informazioni in etichetta le possibili soluzioni suggerite da Segré. “Ma anche - ha concluso - promuovere l'accesso a elettrodomestici efficienti e soluzioni smart per la gestione del cibo in casa, affinché le famiglie italiane possano trasformare i loro freezer in 'centri di riserva alimentare' intelligenti e sostenibili. La nostra indagine, infatti, ha rivelato chiaramente che i surgelati sono un valido alleato contro lo spreco”.